I portentosi effetti della madre natura, Venezia, Fenzo, 1752

Vignetta Frontespizio
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Cortile antico con fontane, acquedotti ed archi, dai quali si passa al palazzo di Ruggiero.
 
 DORINA con un picolo vaso che viene per attignere acqua alla fonte
 
 Dorina
600Ben volentier pel padre mio, che brama
 spegner la sete in fra gl’estivi ardori,
 a raccor vengo i cristallini umori.
 Ma qui, dove sovente
 s’incontrano soldati e cavalieri,
605vengo malvolentieri. Ciascheduno
 m’insulta, mi molesta
 e mi dicon ch’io son troppo modesta.
 Presto mi spiccierò. (S’avvia verso la fonte)
 
 SCENA II
 
 RUGGIERO con guardie e detta
 
 Ruggiero
                                        Fermati. (Incontrandosi in Dorina)
 Dorina
                                                           Oh dio!
 Ruggiero
 Tu del nemico mio,
610tu salvasti la vita.
 Dorina
 La pietade, il timor mi rese ardita.
 Ruggiero
 Lo conosci colui?
 Dorina
                                  No certamente;
 io non so chi egli sia.
 Ruggiero
 Perché dunque sottrarlo all’ira mia?
 Dorina
615Fu d’un affetto ignoto
 forza violente e strana.
 Ruggiero
 (Non sa d’essere ancor di lui germana).
 Dorina
 (Vorrei fuggir).
 Ruggiero
                                (Ma prima che lo sappia
 chiudasi in forte rocca e là sia spenta.
620Ogni lieve periglio or mi spaventa).
 Dorina
 Non mi guarda... (Prova d’andarsene)
 Ruggiero
                                   T’arresta.
 Dorina
 Perché, signor? (Tremante)
 Ruggiero
                                Soldati
 arrestate costei.
 Dorina
 Misera me! Chi mi soccorre? Oh dei! (I soldati la circondano)
 
 SCENA III
 
 CALIMONE e detti
 
 Calimone
625Dorina...
 Dorina
                    Ah padre mio,
 soccorretemi voi.
 Calimone
                                  Che cosa è stato?
 Ruggiero
 Giustamente sdegnato
 contro costei son io.
 L’hanno arrestata ed il comando è mio.
 Calimone
630Ah, che fate, signor?
 Ruggiero
                                        Non più; miei fidi,
 al carcere si guidi;
 e custodita sia cautamente.
 Dorina
 Oh me meschina!
 Calimone
                                    Povera innocente!
 Rammentate, signor...
 Ruggiero
                                           So quel ch’io faccio.
635Non ardite parlar. (Con collera)
 Calimone
                                     Pazienza, io taccio.
 Dorina
 Dunque m’abbandonate? (A Calimone)
 Calimone
                                                  Figlia mia
 tu lo vedi, conviene aver pazienza.
 (Ma del cielo oprerà la providenza).
 Ruggiero
 Vatene. (A Dorina)
 Dorina
                   Oh destin rio!
640Padre vi lascio.
 Calimone
                               Oh figlia cara!
 Dorina
                                                           Addio.
 
    Ahi! Di me che mai sarà?
 Caro padre, oh dio! non so
 se qual vado tornerò.
 
    Raccomando al cielo, ai numi
645gl’innocenti miei costumi,
 la mia povera onestà. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 RUGGIERO e CALIMONE
 
 Calimone
 Ah signor, che faceste?
 Ruggiero
                                            Or non è tempo
 d’usar più la pietà. Se non distruggo
 questo sangue nemico o nol disperdo,
650le mie ragioni al principato io perdo.
 Libero è Celidoro,
 va crescendo Dorina, è necessario,
 per stabilir mia sorte,
 ch’una in carcere vada e l’altro a morte.
 Calimone
655(Oh, che cuor di leon!)
 Ruggiero
                                            Voi, Calimone,
 voi che qual vostra figlia
 col nome di Dorina
 Rosimira allevaste,
 voi che in carcer serbaste
660Celidoro finora a’ cenni miei,
 sciolto alfin dagli dei,
 voi, per cui son de’ stati miei l’erede,
 attendete da me premio e mercede.
 Calimone
 (D’un tiranno crudel sprezzo i favori).
 Ruggiero
665(Egli il premio averà de’ traditori).
 
    Sarai felice,
 sarai contento,
 se aver mi lice
 senza spavento
670l’intero frutto
 della tua fede,
 se in te non cede
 la fedeltà.
 
    Ma se tradirmi
675pensassi mai,
 di man fuggirmi
 no non potrai.
 De’ miei nemici
 saprò schernire,
680saprò punire
 l’infedeltà. (Parte)
 
 SCENA V
 
 CALIMONE, poi CELIDORO
 
 Calimone
 Ha perduto Ruggiero ogni ritegno.
 Il suo barbaro sdegno ormai eccede
 e non merita più né amor né fede.
685La povera Dorina
 mi muove a compassione;
 e a costo della vita
 liberarla vogl’io dalla prigione.
 Celidoro
 Dove son queste donne?
 Calimone
                                               Ah Celidoro,
690venite qui.
 Celidoro
                       Ma dove son celate
 queste ninfe gentili?
 Calimone
                                         Altro che ninfe.
 Venite qui, quel che vi narro udite,
 ascoltatemi bene e innorridite.
 Celidoro
 V’odo. (Le troverò).
 Calimone
                                       Quella fanciulla
695che vi difese...
 Celidoro
                             Graziosetta e bella.
 Calimone
 Quella è vostra...
 Celidoro
                                 Consorte?
 Calimone
                                                      Oibò, sorella.
 Celidoro
 Mia sorella Dorina?
 Calimone
                                       Sì, tenuta
 per mia figlia, sinora ignota a tutti,
 per voler di colui che avvinto e oppresso
700ha tenuto voi stesso...
 Celidoro
                                          Ov’è Dorina?
 Presto la sorellina ove dimora?
 Calimone
 Badate a me, non ho finito ancora.
 Ruggiero, che spietato
 vi usurpa il principato,
705non so per qual cagione
 ha mandato Dorina ora in prigione.
 Celidoro
 Perfido, traditore,
 voglio strappargli il core. (Vuol partire)
 Calimone
                                                 Dove andate?
 Celidoro
 A recidergli il capo.
 Calimone
                                      No, fermate.
710Solo far nol potete. Egli è difeso
 da guardie e da soldati.
 Celidoro
 Io li farò cader tutti svenati.
 Calimone
 Non ci vuol tanto foco.
 Moderatevi un poco.
 Celidoro
                                        Eh che non posso
715l’ira mia moderar contro il ribaldo.
 Calimone
 Lo so che troppo caldo
 siete voi per effetto di natura.
 Ma vi vuole prudenza e non bravura.
 
    Badate a me,
720vi vuol politica,
 convien rifflettere
 per ben oprar.
 
    Gettar il sasso,
 celar il braccio,
725prender il passo,
 tender il laccio.
 Più di bravura
 val la dritura,
 val il sapere
730barcamenar. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 CELIDORO solo
 
 Celidoro
 Una spada, una lancia, un buon bastone
 e vedrà Calimone
 se forte è questo braccio
 e se so da per me trarmi d’impaccio.
735Dorina mia germana
 vuo’ liberar. Vuo’ che Ruggiero mora
 e consolato allora,
 seguendo delle donne
 gl’amorosi, modesti insegnamenti,
740nella scuola d’amor farò portenti.
 
 SCENA VII
 
 POPONCINO con spada alla mano e vari uomini armati e detti
 
 Poponcino
 Viva il principe nostro.
 Celidoro
 Olà, con chi l’avete?
 Poponcino
 Sì, voi principe siete
 di quest’isola nostra
745e il principato e la corona è vostra.
 Celidoro
 Come il sapete voi?
 Poponcino
                                       L’ha confidato
 il vecchio Calimone
 a due sole persone;
 ma quando due lo san lo sanno tutti
750e si è sparsa la voce ai vecchi e ai putti.
 Celidoro
 Ma che fare dobbiam?
 Poponcino
                                            Con noi venite.
 Il nemico assalite.
 V’insegnarem la strada.
 Non temete di nulla; ecco una spada.
 Celidoro
755Andiam... Ma qual ragione
 a tradir vi dispone
 quel che finor per principe adoraste?
 Non vorrei che fingeste o m’ingannaste.
 Poponcino
 Il principe Ruggiero
760odia i sudditi suoi
 e le donne vorria tutte per lui.
 Celidoro
 Tutte?
 Poponcino
                Sì quasi tutte.
 Celidoro
                                            Per esempio
 di quante si contenta?
 Poponcino
 Credo ne prenderebbe insino a trenta.
 Celidoro
765È troppo, è troppo; non si può soffrirlo.
 Io vorrei compatirlo
 fino a due, fino a tre...
 Poponcino
                                           Dove apprendeste
 una sì trista scuola?
 Non si prende altra donna che una sola.
 Celidoro
770Una sola? E per quanto?
 Poponcino
 Una sola e per sempre.
 Celidoro
                                             E non si cambia?
 Poponcino
 Signor no.
 Celidoro
                      Ma se fosse
 fastidiosa e cattiva?
 Poponcino
 Godersela convien sino ch’è viva.
 Celidoro
775M’ingannate?
 Poponcino
                             Signor, vi dico il vero.
 Celidoro
 Questo scoglio davver mi sembra fiero.
 Poponcino
 Oh se cambiar potesse
 il marito la sposa
 cattiva e fastidiosa,
780credetemi che adesso
 moririan pochi colla moglie appresso.
 
    Per viver in pace
 bisogna soffrir.
 S’è donna loquace,
785lasciatela dir.
 
    Se grida, tacete,
 se ride, ridete;
 e guai se voleste
 a lei contradir!
790Son cose grintose
 che fanno morir. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 CELIDORO e gli armati
 
 Celidoro
 Come è possibil mai
 che sia la donna bella
 una cosa per l’uom sì trista e fella?
795Credere nol potrò... Ma questa spada
 impugnar lungamente
 non voglio inutilmente; amici, andiamo.
 Che liberar la mia germana io bramo.
 
 SCENA IX
 
 CETRONELLA e RUSPOLINA
 
 Cetronella
 Dove col ferro in mano?
 Celidoro
800A trafigger Ruggiero,
 il principe spietato
 che usurpommi finora il principato.
 Ruspolina
 Dunque voi...
 Celidoro
                            Sì, son io
 di Maiorica il solo e vero erede.
 Cetronella
805In verità si vede
 che avete qualche cosa in voi di grande.
 Celidoro
 Le ingiurie della sorte
 correggere saprò.
 E le mie principesse io vi farò.
 Ruspolina
810Eh burlate, signore...
 Cetronella
 Non merto un tal onore.
 Ruspolina
 Io sono un’ordinaria pastorella.
 Cetronella
 Io nobile non sono e non son bella.
 Celidoro
 Non curo nobiltà; sol la bellezza
815è quella che mi piace
 e però mi piacete tutte due,
 perché ciascuna ha le bellezze sue.
 
    Quell’occhio m’innamora
 e m’ha ferito il cor. (A Cetronella)
820Quel labbro mi ristora
 e m’empie il sen d’amor. (A Ruspolina)
 
    In voi mi piace il vezzo. (A Cetronella)
 In voi la grazia apprezzo. (A Ruspolina)
 Ma so ch’è l’una e l’altra
825un po’ furbetta e scaltra.
 Ciascuna la sua parte
 sa l’arte dell’amar. (Parte cogl’armati)
 
 SCENA X
 
 CETRONELLA, RUSPOLINA, poi soldati
 
 Cetronella
 Mi rallegro con lei.
 Ruspolina
                                     Ed io con lei
 mi consolo signora.
830Ella incanta le genti.
 Cetronella
                                        Ella innamora.
 Ruspolina
 Cogl’occhi fa portenti.
 Cetronella
 Con i labbri fa strage.
 Ruspolina
 Ha un vezzo portentoso.
 Cetronella
 Ha un valor la sua grazia strepitoso.
 Ruspolina
835Sarà suo Celidoro.
 Cetronella
                                    Anzi di lei.
 Ruspolina
 Non ponno i merti miei
 lusingarmi di tanto.
 Cetronella
 Io conosco me stessa e non mi vanto.
 Ruspolina
 Celidoro anche lui vi ha conosciuta
840che siete un poco astuta.
 Cetronella
 Ha detto in faccia a noi
 che per tale conosce ancora voi.
 Ruspolina
 Può darsi che mi riesca
 superar questa volta il vostro ingegno.
 Cetronella
845Non la cedo a nessun quando m’impegno.
 Ruspolina
 Gran virtù!
 Cetronella
                        Gran sapere in lei si trova!
 Ruspolina, Cetronella a due
 
    Veniamo alla prova.
 Vediamo chi sa.
 La vostra beltà
850sì rara non è.
 Temer non mi fa...
 
 Aiuto aiuto... Oimè cosa sarà? (Vengono i soldati, le prendono tutte due e le conducono via)
 
 SCENA XI
 
 Camera della principessa.
 
 LISAURA sola
 
 Lisaura
 No tollerar non posso
 di gelosia il tormento.
855Smanio, deliro e sento
 crescere a poco a poco
 misto a quello d’amor di sdegno il foco.
 Ruggiero in faccia mia
 ardisce vagheggiar la pastorella.
860E gli par più di me vezzosa e bella.
 Ruspolina al mio sdegno
 voglio sacrificar. Da’ servi miei
 a quest’ora la credo in ceppi avvinta.
 Quest’indegna rival la voglio estinta.
 
 SCENA XII
 
 CETRONELLA e detta
 
 Cetronella
865Riverisco.
 Lisaura
                      Chi siete?
 Cetronella
 Cetronella son io.
 Lisaura
                                   Cosa volete?
 Cetronella
 Cosa volete voi
 che senza carità
 m’avete fatta strascinar fin qua?
 Lisaura
870Non voleva già voi ma Ruspolina.
 Cetronella
 E Ruspolina ancora
 è stata presa e sarà quivi or ora.
 Lisaura
 Spiacemi che innocente
 voi abbiate sofferto un tale oltraggio.
 Cetronella
875Mi parea cosa strana
 che l’avesse con me. Non vi è nessuno
 che di me si lamenti.
 E fo quando poss’io tutti contenti.
 Lisaura
 Ruspolina peraltro
880non fa così.
 Cetronella
                        Oh io non dico male.
 Se volessi, di lei
 molto parlar potrei.
 Ma io la lascio fare
 e non vuo’ della gente mormorare.
 Lisaura
885Ebbe costei l’ardire
 d’invaghir mio marito.
 Cetronella
                                             Non è niente.
 Oh se sapeste... Basta,
 altro non voglio dir.
 Lisaura
                                       Dite, parlate.
 Vi sarò sempre amica.
 Cetronella
890Della mormorazion io son nemica.
 Lisaura
 Qualunque ardisce darmi gelosia
 proverà l’ira mia.
 Cetronella
                                   Dica, signora,
 io me ne posso andar?
 Lisaura
                                            Sì cara; andate.
 Un error perdonate.
 Cetronella
                                        Non è niente.
895Una donna prudente è sempre tale
 e chi opra ben non ha timor del male.
 Lisaura
 Siete voi maritata?
 Cetronella
                                      Non signora.
 Lisaura
 Perché state così?
 Cetronella
                                   V’è tempo ancora.
 È vero che mia madre
900vorrebbe maritarmi
 ma non so accomodarmi. Anche l’altr’ieri
 ho fatto colla vecchia
 un dialogo grazioso,
 con il qual si diceva e sì e no.
905Lo volete sentir?
 Lisaura
                                 Lo sentirò.
 Cetronella
 
    «Figlia mia vuoi tu marito?»
 «Mama mia lo prenderò.
 Mama mia lo vuo’ compito».
 «Figlia mia te lo darò.
910Figlia mia come lo vuoi?»
 «Mama mia ve lo dirò.
 
    Galantino, graziosino,
 manieroso, non geloso,
 con denaro, non avaro».
915«Troppo troppo, figlia mia».
 «Mama mia, lo vuo’ così».
 
    «Figlia mia non vuoi godere?»
 «Mama mia non dico no.
 Mama mia lo vuo’ vedere».
920«Figlia mia tel mostrerò.
 Figlia mia come lo vuoi?»
 «Mama mia ve lo dirò.
 
    Bello, bello, garzoncello,
 giovinetto, vezzosetto,
925tutto brio, tutto mio».
 «Troppo troppo, figlia mia».
 «Mama mia, lo vuo’ così». (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 LISAURA, poi RUSPOLINA
 
 Lisaura
 Questa buona ragazza
 merta d’essere amata e mi rincresce
930che ad essa per errore
 recato i sensi miei abbian timore.
 Ma se vien Ruspolina... Eccola, indegna,
 la sua baldanza ad infierir m’insegna.
 Ruspolina
 Signora, siete voi
935che mi ha fatto legar?
 Lisaura
                                          Sì, quella io sono.
 Ruspolina
 Vi ringrazio di cor di un sì bel dono.
 Cosa ho fatto di male?
 Lisaura
                                           Sfacciatella,
 non ti ricordi la perduta agnella!
 Non ti sovvien dei vezzi
940fatti allo sposo mio?
 Ruspolina
                                       Oh caso strano!
 Ch’egl’era ha detto a me vostro germano.
 Ma non è sì gran colpa.
 Lisaura
                                             A viver bene
 apprendere dovresti
 dall’altra tua compagna pastorella.
 Ruspolina
945Apprendere da chi?
 Lisaura
                                       Da Cetronella.
 Ruspolina
 Oh sicuro; da lei
 qualcosa apprenderei.
 L’ho veduta più volte
 questa ragazza onesta
950con quel ch’è vostro sposo a testa a testa.
 Lisaura
 Con Ruggiero?
 Ruspolina
                              Non so come si chiama;
 ma so ben ch’egli l’ama
 e che l’ha regalata.
 Ma non voglio dir male...
 Lisaura
                                                Ah scellerata.
955E sa finger così? Guardie, ove siete? (Entrano le guardie)
 Cetronella prendete,
 serbatela in prigione a’ cenni miei.
 Ruspolina
 Io vado...
 Lisaura
                    E sia lo stesso di costei.
 
    Fra le tante amare pene
960che dal seno il cor divide
 è il tremar dell’alme infide,
 è l’amare e il sospirar.
 
    Donne infeste all’altrui bene
 che rapite i cori altrui,
965non sarò più qual io fui
 compiacente a tollerar. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 RUSPOLINA e guardie
 
 Ruspolina
 Povera sventurata!
 Sono stata ingannata. Io non credea
 che quel tale signor fosse ammogliato.
970Io sfuggo ognor le liti
 e non soglio toccar gl’altrui mariti.
 Ora anderò prigione
 e per me non si trova compassione.
 
    Poverella in questa età
975non potrò trovar pietà?
 
    V’è nessun che mi soccorra?
 Stanno duri come un sasso.
 Se si tratta di far chiasso
 esibirsi ognun proccura
980ma in un caso di premura
 non si trova carità.
 
 SCENA XV
 
 Piazza posteriore del castello che introduce al castello medesimo per una breve salita, con ponte levatore e guardie.
 
 CELIDORO, POPONCINO armati con seguito di gente armata
 
 Celidoro
 Amici valorosi,
 è ver che la natura
 c’insegna aver paura;
985ma fuggendo morir da lance o dardi,
 tant’e tanto si muore o presto o tardi.
 Poponcino
 È vero, lo so anch’io che morirò;
 ma tardetto vorrei più che si può.
 Celidoro
 Animo; ci son io; di che temete?
 Poponcino
990Andate se volete
 e noi di mano in mano
 vi veniremo dietro (di lontano).
 Celidoro
 Voglio la mia germana
 liberar di prigione.
 Poponcino
995Ma voi per qual ragione
 avete per colei tanta premura?
 Celidoro
 Per effetto di sangue e di natura.
 Poponcino
 La natura dovrebbe
 avervi stimolato
1000a riacquistar il vostro principato.
 Celidoro
 E per questo e per quello,
 e per quello e per questo...
 Amici, andiamo e parlerem del resto. (Celidoro s’avvia per la salita seguito da’ suoi armati. Popponcino resta indietro di tutti, mostrando il suo timore. S’apre la porta del castello e si cala il ponte, da dove escono combattenti. Celidoro ed i suoi retrocedono al piano, Poponcino si ritira fuggendo. Celidoro si svia combattendo, segue la zuffa, dopo la quale Celidoro ed i suoi vittoriosi salgono ed entrano nel castello. Poponcino dopo di tutti godendo della vittoria sale ancor esso e tutti entrano nel castello, sempre col suono dei tamburi)
 
 SCENA XVI
 
 CALIMONE
 
 Calimone
 Oh quanti morti! Oh quanto sangue, oh quanta
1005m’hanno fatta paura!
 Ma Celidoro ha vinto.
 Eccolo ch’egli arriva;
 viva il mio Celidoro evviva, evviva.
 
 SCENA XVII
 
 A suono di giulivi strumenti scendono CETRONELLA, RUSPOLINA, DORINA, CELIDORO, POPONCINO e seguito
 
 Celidoro
 Buon vecchio, ecco Dorina.
 Dorina
                                                   Ah padre mio... (A Calimone)
 Calimone
1010Tuo padre non son io.
 Dorina
 Ah cosa sento mai!
 Calimone
 Vieni meco, che tutto alfin saprai.
 Dorina
 Grazie al ciel, grazie a voi che così presto
 mi toglieste dal piè dei lacci il peso.
 Celidoro
1015Quel che a me tu facesti, ecco, ti ho reso.
 Calimone
 Tutt’opra di natura.
 Poponcino
 Tutt’opra della mia somma bravura.
 Calimone
 Vieni; da me gran cose,
 Dorina, sentirai. (Parte)
 Dorina
1020Vengo. Affé son curiosa assai, assai. (Parte)
 
 SCENA XVIII
 
 CELIDORO, POPONCINO, CETRONELLA, RUSPOLINA
 
 Ruspolina
 (Principe Celidoro è dunque nato?)
 Cetronella
 (Dunque avrà il principato?)
 Ruspolina
 (Una sposa vorrà simile a sé).
 Cetronella
 (Una fortuna tal non è per me).
 Celidoro
1025Bellissime fanciulle,
 voi pur col mio valore io liberai.
 Poponcino
 Anch’io, credete, ho combattuto assai.
 Ruspolina
 Una donna sdegnata
 mi aveva rinserrata.
 Cetronella
                                        Una gelosa
1030mi teneva là dentro ingiustamente.
 Celidoro
 Il braccio mio possente
 vi liberò a drittura.
 Poponcino
 Potete ringraziar la mia bravura.
 Celidoro
 Ora sarete mie.
 Poponcino
                                Piano, padrone,
1035vuol la buona ragione,
 se il suo valore ha dimostrato ognuno,
 si dividan le prede una per uno.
 Celidoro
 Hai ragion; pastorelle,
 presto scegliete voi
1040quello che più v’aggrada fra di noi.
 Ruspolina, Cetronella a due
 Voglio voi, voglio voi. (A Celidoro)
 Celidoro
                                          Tu l’hai sentito.
 Vogliono tutte due me per marito.
 Poponcino
 Ma diavol, non sapete
 che non si può sposarne che una sola?
 Celidoro
1045È vero. Una parola (A Cetronella e Ruspolina)
 dite che a tutti due porga ristoro.
 Cetronella, Ruspolina a due
 Io voglio per marito Celidoro.
 Celidoro
 Lo senti?
 Poponcino
                    Non va bene.
 Facciam così, mio caro Celidoro,
1050prendiamo da noi stessi una di loro.
 Celidoro
 Io vuo’ la preferenza.
 Poponcino
 Sì, questa è convenienza.
 Ruspolina
 (Se non è Celidoro io non lo voglio).
 Cetronella
 (Se non è Celidoro è un brutto imbroglio).
 Celidoro
 
1055   Belle mie, voi meritate
 tutte due la mano e il core.
 L’amor mio non condannate,
 se fo torto alla beltà.
 
 Poponcino
 
    Belle mie non dubitate,
1060ho ancor io la mano e il core.
 Non sarete maltrattate,
 un buon uom vi toccherà.
 
 Cetronella, Ruspolina a due
 
    (Caro amor, mi raccomando,
 fami aver la preferenza.
1065A me piace l’eccellenza
 molto più della beltà).
 
 Celidoro
 
    Sceglierò... ma con tormento.
 
 Poponcino
 
 Non vi vuole complimento.
 
 a quattro
 
 Chi di voi mi toccherà?
 
 Celidoro
 
1070   Tu fosti la prima,
 il core è per te. (A Cetronella)
 
 Poponcino
 
    La fede si stima.
 Quest’altra è per me.
 
 Cetronella
 
    Contenta son io.
 
 Ruspolina
 
1075Crudele, ben mio,
 sei meco? Perché? (Accostandosi a Celidoro)
 
 Celidoro
 
    Resister non so.
 Io vostro sarò. (A Ruspolina)
 
 Poponcino
 
    Se quella è per te,
1080quest’altra è per me. (Passa da Cetronella)
 
 Ruspolina
 
 Contenta sarò.
 
 Cetronella
 
    Mio caro, morirò.
 Non mi lasciate no.
 
 Celidoro
 
    Lasciarvi non poss’io
1085voi siete l’idol mio.
 
 Poponcino
 
 Scegliete questa o quella.
 
 Celidoro
 
 Ciascuna mi par bella.
 Mi scalda ognuna il cor.
 
 Poponcino
 
    Facciamo così,
1090deccida la sorte.
 Prendiam la consorte
 di man del destin.
 
 Celidoro
 
    Si faccia.
 
 Cetronella, Ruspolina a due
 
                       Si faccia.
 
 a quattro
 
 Vediamone il fin.
 
 Poponcino
 
1095   Su due foglie col mio dardo
 i due nomi scriverò.
 (Cetronella non vorrei.
 So ben io quel che farò). (Da sé. Prende da un albero due fronde e scrive su tutte due il nome di Cetronella)
 
 Celidoro
 
    Belle mie, voi meritate
1100tutte due la mano e il core,
 l’amor mio non condannate,
 se fo torto alla beltà.
 
 Poponcino
 
    (Celidoro sceglierà.
 Cetronella sortirà
1105e quell’altra mia sarà).
 
    Ecco i nomi nel cappello
 s’ha da estrar la pastorella.
 
 Celidoro
 
 Io l’estraggo: «Cetronella». (Legge)
 
 Cetronella
 
 Che contento!
 
 Ruspolina
 
                             Che tormento.
 
 Poponcino
 
1110Ruspolina mia sarà. (S’accosta a Ruspolina)
 
 Ruspolina
 
 Via di qua. (Lo caccia con impeto e gli cade l’altra foglia che aveva nel cappello)
 
    Cos’è questo? «Cetronella»? (Legge sulla foglia trovata in terra)
 
 Celidoro, Cetronella a due
 
 Cetronella eccolla qui. (Additando l’altra foglia)
 
 Ruspolina
 
 Cetronella è scritta qui.
1115Ah briccone mascalzone
 mi volevi corbellar. (A Poponcino)
 
 Poponcino
 
    Ho fallato.
 
 Celidoro
 
                         Scellerato.
 Io ti voglio stritollar.
 
 Cetronella, Ruspolina a due
 
    Caro mio tua son io. (A Celidoro)
 
 Celidoro
 
1120Per tua pena soffri e vedi.
 
 Poponcino
 
 Maledetto!
 
 Cetronella, Ruspolina a due
 
                       Mio tesoro
 per voi moro.
 
 Celidoro
 
                            Vedi, soffri,
 tacci e pena. (A Poponcino)
 
 Cetronella, Ruspolina, Celidoro a tre
 
 Che contento sento al cor.
 
 Poponcino
 
1125Che tormento provo al cor.
 
 Fine dell’atto secondo